Qual è il mindset cruciale per avere successo negli investimenti, specialmente partendo da una professione diversa?

Fino ad un pò di tempo fa si pensava che negli investimenti comandasse la logica…se ti do 1 oggi o 10 domani tutti scelgono 10 domani. In realtà non è così.

Può sembrare difficile capire come il mondo della finanza, che è intriso di numeri e matematica, in realtà sia governato dalla psicologia. Kahneman, fu uno psicologo che vinse il premio Nobel per l’economia inventando quella che è conosciuta oggi come finanza comportamentale. Quando dobbiamo prendere una decisione lo facciamo in base a dei bias, delle euristiche, dei pregiudizi, delle scorciatoie di pensiero.

In finanza i baias più comuni degli investitori li portano a fare determinate scelte, vediamone alcuni:

Avversione alla perdita

L’avversione alle perdite avviene quando gli investitori sentono maggiore peso psicologico nel sopportare le perdite rispetto al piacere del trarre guadagni dai mercati. Nell’ambito degli investimenti, questo bias si concretizza nel fatto che gli investitori preferiranno vendere gli strumenti che sono in guadagno mentre vorranno sperare fino all’ultimo che gli strumenti in perdita recuperino piuttosto che vendere in perdita.

Home bias

Porta l’investitore a preferire ciò che conoscono o che sente vicino, come gli strumenti finanziari nazionali (es: azioni o obbligazioni italiane, nel nostro caso). Questo causa una scarsa diversificazione di portafoglio e dunque una sovraesposizione a specifiche aree geografiche. Lo stesso può avvenire con riferimento a strumenti finanziari già noti perché usati da genitori o amici ma che non necessariamente rappresentano la scelta migliore in generale, anzi sappiamo che spesso si tratta di strumenti inefficienti e con costi molto elevati.

Bias dello status quo

Il bias dello status quo consiste nel preferire la situazione attuale rispetto ad altre soluzioni possibili ma che richiedono cambiamenti. Tenendo conto del mondo degli investimenti, un esempio può essere facilmente riscontrato nella preferenza della maggior parte degli investitori a mantenere il proprio portafoglio di investimenti in banca, nonostante l’evidente conflitto di interessi e i costi spesso molto elevati, anziché rivolgersi ad un consulente finanziario indipendente.

Il mindset cruciale per avere successo negli investimenti è invece scegliere con cura e un’attenta pianificazione i propri obiettivi di vita e mantenere nel tempo la propria visione senza farsi influenzare negativamente dai rumors del momento e restando coerenti con il proprio profilo di rischio e orizzonte temporale. La battaglia si vince tutta qui. Sembra banale, ma è davvero tutto qui.

Quali sono gli errori che andrebbero evitati?

Errore n.1: Ignorare l’educazione finanziaria 

Secondo me non puoi permetterti di non sapere. Stiamo parlando del fatto che lavoriamo una vita intera per poi vedere il frutto del nostro lavoro così maltrattato?

Se hai un patrimonio che desideri proteggere, fai parte di quel gruppo molto numeroso di italiani con una ricchezza privata degna di attenzione. Gli italiani infatti godono di uno standard di vita tra i più elevati al mondo, abbiamo seconde e terze case, andiamo sempre in vacanza etc. etc…

Tantissimi studi dimostrano come in Italia il grado di alfabetizzazione finanziaria sia da ultimi al mondo. Non è un caso che molte persone perdono soldi in truffe (trading online, NFT, Crypto, Forex) e che brucino decine di migliaia di euro perché confondono i mercati finanziari con il casinò.

Il problema è che imparare a gestire i soldi dovrebbe essere il tuo primo lavoro!

Errore n.2: Troppa preoccupazione per il breve termine

Solitamente tutti cerchiamo di investire per il lungo termine, dal momento che il nostro orizzonte temporale è lunghissimo. A volte però subentra la paura e ci fa prendere delle decisioni di breve termine deviando tutti gli obiettivi di lungo termine che dovremmo perseguire. E quindi entriamo e usciamo dai mercati senza reale motivo.

Errore n.3: Puntare su investimenti di nicchia o inutili

Non bisogna investire sulla base delle mode e quindi andare una volta sugli ESG, poi sull’Idrogeno, poi sulle auto elettriche, poi i mercati emergenti etc etc… Esempi di investimenti inutili invece possono essere: azioni bancarie, immobili acquistati a caso magari vicino casa nostra o dove andiamo in vacanza.

Errore n.4: Sovrastimare le proprie abilità.

Spesso alcune persone prese dall’overconfidence si credono bravi perché hanno investito in determinate azioni che sono andate bene. Qui il problema è che se fate trading senza esserne all’altezza prima o poi andrete a schiantarvi. Ricordate che uno dei capisaldi del buon investitore è la diversificazione.

Errore n.5: Inseguire il market timing

«Far more money has been lost by investors trying to anticipate corrections, than lost in the corrections themselves» – Peter Lynch (Molti più soldi sono stati persi dagli investitori provando ad anticipare le correzioni di quelli persi nelle correzioni stesse).

Con il termine “market timing” si intende il tentativo di entrare ed uscire dal mercato in anticipo rispetto a future salite e discese. L’investitore vende un titolo dopo aver conseguito un guadagno che ritiene congruo e poi si aspetta di riacquistarlo in futuro ad un prezzo più basso, per poi rivenderlo ad un prezzo più alto. E così via nel tempo, cercando sempre di essere nella direzione giusta nel momento giusto.

Nell’immaginario di molte persone questa è la cosa corretta da fare e questa è la capacità che ogni “esperto” dei mercati finanziari dovrebbe avere. Nella realtà tutti gli studi concordano con il ritenere il market timing assolutamente ininfluente nelle dinamiche di lungo periodo. 

Considerando la tua esperienza, quali consigli daresti a un imprenditore che sta pensando di iniziare a investire? 

Per definizione, l’investimento si riferisce all’acquisizione e alla gestione di un portafoglio di attività finanziarie, al fine di generare profitti a lungo termine.

Fare trading si riferisce a tutte le operazioni di acquisto e vendita effettuate sui mercati finanziari, al fine di trarre vantaggio dalle variazioni del prezzo degli asset, nel breve periodo. Questa attività può essere assimilabile al più noto “giocare in borsa”.

Per un imprenditore, non posso che ritenere obbligatorio il fatto di rivolgersi ad un consulente finanziario indipendente. 

Iniziamo con il distinguere cosa sono la consulenza finanziaria e la consulenza finanziaria indipendente.

Quanto un aggettivo può fare la differenza?

Il consulente finanziario indipendente è un professionista nella finanza che non lavora per nessuna banca o rete commerciale, ma solo per il cliente a parcella. La parcella è la sua unica fonte di remunerazione che gli garantisce imparzialità nelle scelte e assenza di conflitti di interesse nell’offerta del servizio di consulenza finanziaria. Il consulente finanziario indipendente, a differenza dei consulenti che lavorano per banche e reti commerciali, non percepisce nessuna commissione o provvigione da parte di intermediari o emittenti finanziari in quanto gli è vietata la vendita.

Perché non ne hai mai sentito parlare?

La professione del consulente finanziario indipendente rappresenta ad oggi la novità più assoluta del mercato finanziario italiano, composto fino a poco tempo fa da soli dipendenti bancari e agenti di vendita monomandatari. Il riconoscimento della professione del consulente finanziario indipendente da parte delle istituzioni è avvenuto nel 2019 con la partenza dell’Albo Unico dei consulenti finanziari OCF. Negli USA esiste dagli Anni ‘70!

Totalmente differente inoltre il processo di consulenza. In Italia c’è questa fiducia reverenziale verso le banche e i soggetti a cui si affidano i propri risparmi. Dal canto loro, i risparmiatori si aspettano che questa fiducia venga ripagata con una consulenza adeguata, che magari preveda anche degli investimenti sicuri e con un ottimo rendimento. 

Tuttavia, questa è solo illusione.

Il problema è infatti il modo in cui operano queste società finanziarie (banche, promotori, assicurazioni). 

Qual è il loro processo? 

Prima creano il prodotto (o un portafoglio di investimenti) e poi cercano di venderlo. E lo fanno senza prima acquisire una benché minima informazione riguardo al loro potenziale cliente. Non è importante se hai 25 anni e ti hanno appena assunto con uno stipendio minimo, oppure se sei un imprenditore che vuole andare in pensione.

Anche se questi due profili sono differenti, e hanno dunque necessità diverse, ti venderanno comunque gli stessi prodotti: ovvero quelli che più convengono a LORO, in termini di commissioni guadagnate.

L’approccio corretto è invece quello analizzare la posizione personale del cliente e capire insieme a lui quali possano essere gli obiettivi di vita che vorrebbe raggiungere. E questo è l’approccio su cui si basa l’investimento per obiettivi. Il punto è che chi non affronta il processo di investimento con una prospettiva basata sui propri obiettivi molto difficilmente avrà successo sui mercati. Chi invece sa dove vuole arrivare, con la giusta strategia e la giusta pianificazione, giungerà sereno alla meta.

Proteggiamo il patrimonio dei nostri clienti privati e aziendali dai conflitti di interesse e dalle turbolenze dei mercati finanziari aiutandoli a raggiungere i propri obiettivi di vita.

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