TRUFFE E SCANDALI FINANZIARI

LA VENDITA DI DIAMANTI. 

5 famose banche avrebbero partecipato a una colossale truffa. 700 milioni di euro. Questa l’enorme somma che la Guardia di Finanza ha sequestrato a due società accusate di aver fatto vere e proprie truffe con il commercio dei diamanti. 

“Tutto fantastico, ha solo dimenticato di dirti che quel listino dove ti ha fatto vedere i prezzi che salgono sempre… è falso!”.  

E come avrebbero fatto queste 2 società a raggiungere il grande pubblico? Secondo le accuse, attraverso le banche! Chi meglio di loro poteva proporre questi investimenti ai loro clienti? E sarebbe stato anche più facile in quanto non dovevano superare neanche lo scoglio della fiducia. 

CONOSCI LA TRUFFA DEI DIAMANTI CHE HA COINVOLTO 5 GRANDI BANCHE? 

Vendere diamanti per 700 milioni di euro a prezzi presi da un listino falso e venderli ad oltre 20.000 risparmiatori. Penserai che sia una di quelle truffe che girano online, e invece no.. sarebbe successo tutto alla luce del sole dentro le mura di alcune tra le principali banche italiane. Un bel giorno ti presenti in banca, ti riceve un simpatico signore in giacca e cravatta e con il sorriso sulla bocca che ti propone l’investimento più sicuro di sempre: i diamanti! 

“ i diamanti sono l’investimento più sicuro che puoi fare” .. ti dice. 

“Guarda i prezzi su questa pagina del giornale rosa” 

Vedi? 

“Salgono sempre in modo stabile e costante. Sono rari e tutti li vogliono. In pochi anni puoi raddoppiare il tuo investimento.” 

Tutto fantastico, ha solo dimenticato di dirti che quel listino dove ti ha fatto vedere i prezzi che salgono sempre… è falso! 

Il fatto: Vengono svelati anche nomi eccellenti tra i clienti colpiti, come la rockstar Vasco Rossi, la conduttrice Federica Panicucci, l’ex show girl Simona Tagli, l’imprenditrice Diana Bracco, gli ex calciatori Montella e Materezzi. La Guardia di Finanza ha eseguito oggi un sequestro preventivo di oltre 700 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta in cui risultano indagate anche Banco Bpm e Banca Aletti, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps.

L’inchiesta si riferisce a fatti che vanno dal 2012 al 2016, quando le società IDB e DPI avevano iniziato un’attività di vendita di diamanti attraverso alcune banche, come forma di investimento sicuro da speculazioni e oscillazioni di mercato. Ma il prezzo delle pietre, secondo la procura, sarebbe stato gonfiato proprio con la complicità delle banche, che agivano da intermediarie e che promuovevano quegli stessi investimenti ai loro correntisti.

Gli accordi prevedevano formalmente che le banche mettessero semplicemente a disposizione nelle loro filiali il materiale pubblicitario delle due società: in realtà, secondo le indagini, i direttori e i consulenti finanziari avevano un ruolo attivo nel proporre ai clienti gli investimenti presentandoli in modo «parziale, ingannevole e fuorviante». I diamanti, scrive Repubblica, «venivano fatti apparire come un “bene rifugio” garantendo un rendimento costante annuo del 3-4% del capitale, molto più di un qualsiasi titolo di Stato.

Lo dimostravano, dicevano, le quotazioni di mercato stampate su un giornale economico, che però non erano che un listino prezzi (gonfiato rispetto ai valori reali) pubblicato a pagamento furbescamente sulle pagine dei titoli di Borsa». Il valore dei diamanti era alla fine pari al 30-50 per cento del prezzo pagato dal cliente. A questa base venivano aggiunte le commissioni per la banca, le coperture assicurative, i costi per la certificazione etica e gemmologica e una percentuale per la rivendita. La non corrispondenza tra la somma pagata e il valore reale dell’investimento era quasi impossibile da scoprire, proprio perché i listini prezzi pubblicati a pagamento non corrispondevano alle quotazioni indicative di Rapaport e Idex, i listini internazionali dei diamanti riconosciuti in tutto il mondo e fissati una volta alla settimana.

Infine, per garantirsi la collaborazione dei dipendenti e dei dirigenti delle varie banche, Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment spendevano anche in viaggi, benefit o investivano in azioni delle stesse banche con cui lavoravano. Questo ha fatto scattare, all’interno dell’inchiesta della procura di Milano, anche l’accusa di corruzione tra privati, autoriciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita.

FALLIMENTO DEL FONDO IMMOBILIARE OBELISCO. 

Come hanno fatto a perdere tutto, comprando e vendendo immobili? 

Che bei tempi quando le poste consegnavano solo la posta…. 

E invece adesso sfruttano la fiducia dei cittadini per vendergli servizi di investimento che gli fanno perdere tutto!  

Nel 2005 Poste Italiane ha venduto un fondo immobiliare (chiamato obelisco) a migliaia e migliaia di italiani. Questo fondo è scaduto a dicembre 2018. All’inizio aveva raccolto ben 170 milioni di euro (nel 2005) e dopo 13 anni si è ritrovata con soli 3 milioni! Ma come ha fatto a perdere 167 milioni di euro (dei risparmiatori italiani)? Non è la prima volta che un fondo delle Poste perde così tanto, soprattutto nel campo dei fondi immobiliari. La stessa cosa era già successa con altri 3 fondi, tutti collocati tra il 2002 e il 2005!  

PROPOSTA…. 

Lasciamo che le poste italiane consegnino le nostre lettere, ma per gli investimenti rivolgiamoci altrove!

Proteggiamo il patrimonio dei nostri clienti privati e aziendali dai conflitti di interesse e dalle turbolenze dei mercati finanziari aiutandoli a raggiungere i propri obiettivi di vita.

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